Rabarama

Rabarama 2019-08-30T19:31:22+02:00

Opere

Biografia

Rabarama nasce Paola Epifani a Roma il 22 Agosto del 1969 in una famiglia di artisti (il padre è pittore e scultore e la madre è un’Artista della ceramica). In seguito la famiglia decide di trasferirsi a Treviso ove Paola Epifani svolge i suoi studi al Liceo Artistico della città, diplomandosi a pieni voti.

Proseguirà i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, diplomandosi a pieni voti nel 1991. Nel corso della sua formazione Paola Epifani dimostra subito una predilezione per la scultura, pur non disdegnando la pittura ad olio:  Nel corso di questa fase di formazione artistica Paola Epifani decide di adottare il nome d’arte “Rabarama” e sviluppa uno stile assolutamente peculiare.

La sua ascesa nel mondo dell’arte contemporanea inizia partecipando ad un concorso internazionale di scultura in legno indetto dal Governo del Messico, in cui fu selezionata come rappresentante italiana.

A stretto giro, nel 1991, viene selezionata ad un concorso in Francia e poi ancora in Messico ove nel 1992 tiene una esposizione personale al Museo d’Arte Moderna di Toluca; nel 1993 viene selezionata per il Concorso di Scultura sul Ghiaccio in Alaska.

Ben presto viene notata dall’artista ed imprenditore Romi Osti che la supporta nei primi anni di professione artistica. In questo periodo Rabarama inizia ad essere conosciuta nel mercato dell’arte contemporanea e continua a sviluppare la sua poetica.

Nel 1995 avviene l’incontro con il gallerista Dante Vecchiato, amico di Romi Osti che lo sprona ad iniziare una collaborazione professionale con Rabarama, supportandola dal punto di vista del marketing fino al 2000. In questi anni l’identità di Rabarama si consolida sia sotto il profilo artistico che in quello professionale.

Da qui in poi la carriera di Rabarama conosce continui successi internazionali, in un decennio che porta le sue opere dall’Italia alla Cina e creando i presupposti per il suo invito al Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi.

Fondamentale per il corso della sua carriera sarà lo sviluppo da parte di Rabarama delle sculture in scala monumentale che iniziano ad apparire nella maggiori piazze del mondo con la loro enigmatica presenza:

“Credo che ogni opera d’arte debba creare un momento di stupore all’interno di un percorso quotidiano.
Si dovrebbe instaurare quel giusto connubio/sinergia che permette all’opera di incuriosire il fruitore casuale instaurando un dialogo, per ri-trovare un momento di riflessione in un’era in cui la velocità sta divorando l’umanità.

E’ per questo motivo che prediligo esporre le mie sculture in luoghi pubblici… In tal modo l’incontro-scontro con l’arte diverrà parte integrante del nostro quotidiano e non più relegato nei soliti ambienti “consacrati” che sempre meno persone hanno il tempo e la possibilità di visitare.” 

Dalla metà degli anni novanta l’Artista sviluppa una personalissima ricerca che prende avvio da una particolare visione del mondo e della vita, basata sul confronto del libero arbitrio con la predestinazione degli eventi ed il conseguente rischio di una riduzione dell’uomo a semplice computer biologico. L’espressività dei soggetti è quindi perlopiù assente, azzerata da una ricerca cristallizzata e condizionata da un mondo regolato unicamente attraverso rapporti causa-effetto, che ha per comune denominatore la programmazione standardizzata della specie umana.

A conclusione di questa prima fase di ricerca, l’Artista espone nel 2000 un gruppo di opere presso la Fondazione Mudima di Milano, generate dalla consapevolezza che in ogni frammento della realtà e dell’essere umano vi sia l’impronta del principio originario. Da qui prende corpo un’umanità in continua metamorfosi, dove la negazione del libero arbitrio rappresenta solo la prima fase di un lavoro in permanente evoluzione. La “membrana”, il “mantello” che sembra avvolgere queste figure muta costantemente, arricchendosi sempre di nuovi segni, simboli e metafore. L’alfabeto indica il limite interno presente nel linguaggio ed il nostro essere enità singolari-plurali (secondo la concezione del filosofo Jean-Luc Nancy): geroglifici, puzzle e nidi d’ape sono la visualizzazione del genoma, le infinite combinazioni e varietà possibili insite nell’umanità, visualizzate nei labirinti mentali in cui è materializzata la multiforme complessità dell’Io. 

Nella prima metà del Duemila sono organizzate numerose mostre con un alto riscontro a livello internazionale, come ad esempio in Cina nel 2004, a proseguimento della partecipazione dell’Artista alla prima Biennale Cinese d’Arte Contemporanea svoltasi a Pechino: per alcuni mesi una personale occupa le sale e i giardini del Museo d’Arte di He Xiangning di Shenzhen; la stessa mostra prosegue a Pechino presso il Museo d’Arte Millennium Monument dove per l’occasione è presentata la scultura monumentale “Bozzolo”, che entrerà a far parte della collezione dell’Associazione Nazionale dei Pittori Cinesi per poi essere collocata nel museo d’arte, nel 2005, alla Biennale d’Arte Cinese. La stessa mostra itinerante prosegue successivamente a Jinan e Shanghai. 

Attualmente Rabarama vive e lavora a Padova, gestendo autonomamente la sua carriera e collaborando a livello internazionale con importanti gallerie d’arte in Francia, Olanda, Belgio, Inghilterra, Turchia, Svizzera e Stati Uniti